UNA CASA DI CAMPAGNA...

 

Un giorno sono andato a fare una passeggiata in una terra sconosciuta.
Andavo avanti e, poco per volta, riuscivo sempre di più a sentire dei rumori.
Dopo poco ero in grado già di riconoscerli: una mucca, le galline e il frusciare delle ruote dei carri.
Mi ero avvicinato abbastanza anche per vederli meglio.
La cascina era abbastanza grande, le pannocchie penzolavano dai balconi ed il fieno, man mano chi avvicinavo, mi faceva sentire il suo profumo.
La stalla era pulita e la mucca mangiava felice.
Le finestre erano aperte, infatti si capiva che c'erano solo tre camere: la camera da letto, la cucina ed una piccola stanza per fare stare una cassapanca, cioè la dispensa.
La camera da eltto era la più semplice: sei materassi di foglie di granoturco, una stufa e un piccolo comò.
In cucina c'era un piccolo focolare dove stava un pezzo di pane e, acconto, un tavolo.
Dopo aver visto quella casa a me venne un'ispirazione che io, adesso, non vi dico.

FLAVIO

Appena la vedevi, sembrava una casa enorme. Dalle finestre si vedevano spighe di grano e c'era una stalla.
Qui c'erano delle mucche e, quando si ammalavano, si chiamava subito il dottore. Per entrare c'era un portone senza lavorazioni perché non c'erano i soldi.
Quando entravi nella casa c'era odore di stalla, dovuto alle mucche, alle galline e alle faraone che facevano entrare odore di letame.
Si sentivano le voci di tutti gli abitanti della casa che cantavano, si raccontavano storie e si facevano battute in dialetto.
Si udivano anche i rumori della ruote dei carri che andavano in giro a portare il grano per il padrone.
Intanto le mucche muggivano e si udivano i suoni del latte che cadevano nei secchi alle mungiture.
Nella casa, al piano di sopra, c'era una stanza con cinque letti.
Era la cascina di una volta.

MARCO N.

Ero sulla strada e mi stavo avviando verso una casa.
C'era nebbia e, ad un certo punto, vidi una cancellata ed un muro grezzo. Intorno c'erano prati e campi di grano e granoturco.
Dietro alla cancellata, apparve un cortile con una cascina. C'era una stalla e si sentiva odore di animali ed i loro versi. C'erano galline, maiali e asini.
Appena varcai la soglia di casa, vidi la cucina con pentole, mestoli e la madia.
C'era una tavola.
Al piano superiore c'era una stanza con un letto matrimoniale e tre altri letti più piccoli.Camminavo in un sentiero quando era quasi mattino.
Dovunque ti giravi intuivi il grano avvolto dalla nebbia che non riuscivi a vedere.
Mi avvicinavo sempre di più e mi sembrava di intravedere una casa o, meglio, una cascina.
Andai ancora più avanti e incominciavo a sentire odore di legno bruciato e di stalla.
Udivo pure il rumore delle galline e dei galli che cantavano su un mucchio di legno: "Chicchiri, chi, chi, chi, richi".
Incominciai a vedere meglio la cascina con i suoi grandi fienili e la stalla.
In quella casa con c'erano i mobili ma solo il tavolo e la madia dove tenevano le provviste.
Le camere da letto, al piano superiore, erano affollate di letti e ci dormivano anche in dieci.
Quando giunse l'alba, i contadini uscirono con i carri insieme all'aratro dietro che faceva rumore di catene.

MARCO T.

Vedevo nella penombra una casa di campagna. Ci passai vicino e mi fermai.
Le oche, le galline, le faraone…"Crecrecre, chichichichirichì, iniminim…".
La casa era di un bianco sporco e la stalla macchiata di nero con i moschini che volavano.
La mucca muggiva e, mentre scaldava, si sentiva profumo di fieno ma anche un odore forte.
All'interno della casa, c'era una piccola cucina con un tavolo lungo e due panche.
Il caminetto illuminava ed anche il fuoco.


IVANO

Passeggiavo sulle strade, sentivo un coro che cantava. Mi avvicinai e iniziai a vedere un tetto a forma di botte, poi vidi una casa e mi fermai a vedere quella meraviglia. Aveva le finestre appannate, i balconi erano addobbati con delle pannocchie, i muri erano grigi. Le porte ed i portoni erano di un legno resistente e protettivo. Ero sempre più curioso ed entrai nel cortile. Spiai dalle finestre: i muri erano di mattoni di terracotta, c'erano pochissimi mobili. La cucina era al piano inferiore mentre la stanza da letto era sopra. La stalla, all'interno, era divisa in recinti dove si mettevano gli animali come i maiali e le mucche... Il pavimento era pieno di fieno. Ormai si era fatto tardi e tornai a casa.

MATTIA

 

Stavo camminando tra le spighe di grano, sentivo l'odore del fieno e della paglia Entrai in un grande portone di legno. Vidi una cascina a forma di ferro di cavallo, lì si sentiva anche l'odore della legna bruciata. C'erano due piani. In quello inferiore c'erano le stalle: non erano molto grandi e ogni contadino possedeva qualche cosa, magari una mucca. C'erano anche le cucine e, dentro, pochi mobili: un tavolo, una madaia dove si impastava e si teneva il pane già fatto. Per andare al piano superiore dove si trovava la camera da letto, bisognava o passare da una scala interna oppure passare da una scala di legno esterna. Nella camera da letto c'era un letto matrimoniale e dei letti separati a seconda delle necessità. La camera era scura ma tutta la cascina era di colore bianco sporco. Anche se quella cascina non era come le cose di oggi, mi piaceva...

MATILDE

Avviandomi verso casa, sento sempre di più le voci degli animali... Mna mano che mi avvicino vedo sempre più vicini i muri di pietra tutti sporchi: neri, grigi, con qualche pietra tolta. Avvicinandomi ancor di più, vedo un grande portone di legno mezzo rotto. Entro in cortile: vedo galline e mucche che scorrazzano di qua e di là per il cortile. Le pannocchie appese ai balconi, i bambini giocano insieme, alte torri dei "balot" di fieno, scricchiolio di carri che pestano le pietroline. Al centro del cortile, c'è il pozo dove i bambini o le donne prendono l'acqua per tutta la famiglia. Entro in casa: il tavolo di legno, il caminetto e la madia dove la nonna mettte al riparo il pane, l'unico mobilio. Salendo su dalla scala, c'è la stnaza da letto dove tutti gli abitanti della casa dormono insieme. Passando dalla scala esterna, scendo giù in cortile ed entro nella stalla. Ci sono le mucche, le galline ed il maiale che si è spaventato credendo la volessero ammazzare. QUESTA E' UNA VITA DURA!

MAURIZIA

La vita di campagna, una volta, era molto dura perchè non si avevano tutte le cose che si hanno adesso. Anche i bambini lavoravano e mio nonno mi ha raccontato che, una volta, non avevano nessun gioco. Se ce l'avevano era di stracci. Sì, erano molto poveri. C'era la casa, non molto solida, dentro c'era qualche mobile. C'erano i letti, pochi, e dovevano stare tutti stretti. C'era un "bagno" esterno con un water ma non era come il nostro! C'erano molte finestre perchè la luce non c'era. Fuori, vicino, c'era la stalla con due mucche, un maiale, un asino, la paglia ed una sedia. Dura la vita di campagna!

FEDERICA