Alla scoperta del Roero

In una mattina di ottobre siamo partiti per andare alla scoperta dei paesaggi roerini: la temperatura era piuttosto fresca e sull'erba la rugiada era illuminata dal sole.

Ci siamo inoltrati lungo il sentiero della vecchia strada di Mombirone, un'enorme scia di foglie multicolore formava un immenso tappeto.

Il terreno, fangoso e bagnato, rallentava i nostri passi permettendoci di ammirare lo spettacolo variopinto delle vigne.
Abbiamo fatto una sosta sulla sommità della collina e ne abbiamo approfittato per osservare il paesaggio: abbiamo visto in basso l'abitato di Canale che emergeva dalla nebbia.
Ci siamo fermati vicino ad un pescheto: oggi è quasi una rarità trovarne sulle nostre colline perché ormai si è dato spazio soprattutto alla vite… E pensare che un tempo il nostro paese era conosciuto come CANALE del PESCO!
Lungo il cammino abbiamo incontrato la cappella di Bricco Ferreri, simbolo della religiosità popolare contadina.
In prossimità della frazione S. Anna, lo sguardo spaziava sulle colline circostanti, in particolare abbiamo notato i vigneti con i filari allineati che formavano strani disegni geometrici.
Avvicinandoci alle viti abbiamo visto che un intenso color vinaccia si era posato sui pampini illuminati dal sole ormai alto nel cielo.

Cammina, cammina, siamo arrivati in Val Rubiagno, abbiamo affrontato la salita verso Vezza: questo versante della collina era ancora in ombra e noi, avvolti dalla nebbia, sembriamo ombre vaganti.
Ecco un altro segno della religiosità popolare: il pilone votivo lungo la strada per Vezza.
Abbiamo conquistato la meta: siamo giunti a Vezza lo notiamo dal campanile della parrocchiale.
Viste da sole, così brulle e selvagge, sembrano appartenere a paesaggi lontani, invece sono le rocche: elementi tipici del Roero(foto 10273 - 10328)
E' facile incontrare sulla sommità della colline, vecchi ruderi, resti di castelli o di torri di avvistamento, costruiti nei secoli passati per difesa dai nemici.
La rocca di Vezza domina l'abitato sottostante.
Dall'alto il paesaggio è splendido: le colline presentano sfumature gialle, marroni, verdi: si vede anche il lavoro dell'uomo che ha strappato alla natura terreni impervi rendendoli produttivi.
Sulla via del ritorno abbiamo incontrato terreni incolti, dove la macchia di rovi e sterpaglie è dominante. Abbiamo visto, però, spuntare in alto il rudere di una cascina abbandonata dall'uomo e ormai regno di piante e animali selvatici.
Sembra la gobba di un cammello mascherata e invece è l'esempio di una collina roerina coltivata.
Nella valle sottostante Vezza, ci ha colpito questa cascina che alle spalle ha una sezione di collina argillosa dove sono ben visibili gli strati diversi di terreno.
Sul fianco di questa collina è stato impiantato un nuovo vigneto.
Siamo passati di fianco ad un campo pianeggiante appena arato e poco oltre abbiamo incontrato in campo di grano in cui spuntavano già le piantine.
Abbiamo incontrato un'altra coltivazione abbastanza diffusa nella nostra zona: si tratta di un noccioleto.
E' stata proprio una bella camminata, siamo arrivati stanchi, ma molto contenti!
Il giornale di Canale
Le castagne