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Io sono una Cinciarella,
Cin Cin per gli amici! Sono nato tra i boschi del Nord, in questa cassetta
delle lettere abbandonata. Io ero l'ultimo della covata, ma non per
questo avevo meno appetito dei miei fratellini e sorelline. I nostri
genitori erano occupati dall'alba al tramonto a cacciare insetti e larve
da infilare nei nostri piccoli becchi continuamente spalancati per la
fame. L'emozione più bella fu quando mamma Cinciarella mi insegno
a volare, ma passarono molti giorni prima che le mie piccole ali potessero
sostenermi in volo. Quando papà vide che potevo allontanarmi
con sicurezza dai nido, mi portò in una grande pineta vicina
dove mi insegnò a nutrirmi da solo con tenere bacche e piccole
larve d'insetti. L'aria tiepida e profumata annunciava ormai la primavera.
Ben presto mi stancai di procurarmi il cibo. Avevo notato oltre il fiume
un grande recinto dove vivevano molti animali. |
Mi
ero appena appollaiato su di un ramo basso, quando rividi l'agnellino della
fattoria che. impietosito per il mio stato, con delicati colpi di lingua
mi asciugò e mi riscaldò... I primi mesi della mia vita furono felici: avevo molti amici. Un giorno, però mi accorsi che qualcosa stava cambiando li bosco si faceva silenzioso, le foglie erano diventate gialle e rosse e l'aria fredda. Corsi dal mio amico Martin per avere spiegazioni, ma era partito. Chiesi ai ricci, che andavano veloci verso le loro tane, ma avevano troppo sonno per potermi rispondere. Anche i miei genitori e i miei fratellini erano parti lasciando i loro nidi vuoti. Mi ricordai dell'ultimo amico che avevo, uno scoiattolino che abitava nel cavo di un noce: corsi da lui ma purtroppo si era già addormentalo e non ci fu modo di svegliarlo. I giorni e i mesi passavano lenti nel bosco silenzioso. Il sole, quando non pioveva, faceva capolino sempre più pallido e il freddo si faceva più intenso. Mi sentivo molto solo, e quella notte mi rifugiai nella vecchia cassetta delle lettere dove ero nato. Il mattino seguente mi attendeva, una brutta sorpresa: la prima neve aveva ricoperto tutto il bosco e la pianura. Ero intirizzito per il freddo e non riuscivo più a trovare neanche una bacca per sfamarmi. Saltellavo sulla neve quando improvvisamente mi sbarro il passo una grossa volpe rossa. Dal suo sguardo capii subito che anche lei era affamata. e io sarei stato un ottimo boccone per la sua prima colazione. Feci appello a tutte le mie forze e con rapidi e brevi voli mi portai vicino alla casa degli uomini, sempre inseguito dalla volpe. Ero sfinito, ma l'idea di finire in bocca alla volpe mi diede la forza di fare un ultimo volo sul davanzale di una finestra. Poi svenni.Mi svegliai tra le mani calde calde di ima graziosa bambina bionda, le forze mi tornarono completamente quando venni sfamato con una piccola ciotola di pane e latte con pinoli, poi mi riaddormentai. Il mio secondo risveglio fu meno gradevole: mi trovavo in una piccola prigione dì legno, osservato da un gatto che mi ricordava volpe affamata. La bambina bionda mi voleva tanto bene, ma io ero nato libero e libero volevo tornare ai miei boschi e ai miei ruscelli. Finalmente inverno passò. Dalla finestra della casa vedevo fiorire gli alberi e capivo che la vita nel bosco stava ricominciando. Passavo le mie giornate lanciando richiami disperati perché qualcuno si accorgesse di me. Avevo già perso ogni speranza quando un giorno udii un lieve fruscio d'ali. Era il mio vecchio amico Martin, che con il suo becco riuscì ad aprire l'uscio della gabbia. |
Eccomi
di nuovo libero! È passato molto tempo da quel giorno: al mio fianco
ora ho una graziosa e simpatica fidanzata che proprio ieri ha fatto quattro
piccole uova! Si schiuderanno fra quindici giorni e alla fine dell'estate,
quando i piccoli sapranno volare, andremo a sud, dove l'inverno è
più mite.
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